m’arzo 2020 e le sorprese belle

E’ successa una cosa abbastanza straordinaria, e ci ho messo quasi una settimana a realizzarla.

Tra tre settimane mollo i circensi e vado a lavorare in un partito politico.

E’ una cosa straordinaria e molto bella.

Una di quelle cose che quando ho ricevuto la mail con l’offerta ho pensato “devono aver sbagliato persona”. Una di quelle cose che ho avuto il batticuore e il sorriso stampato sulla faccia per ore. Una di quelle cose che mi ha emozionato e fatto ronzare le orecchie. Una di quelle cose che mi sarebbero piaciute, e vaffanculo, me le meritavo pure.

Quindi ora, dopo aver detto immediatamente al mio capo circense che me ne sarei andata, ho iniziato a organizzare il dopo.

Trovare qualcuno che entri al mio posto è abbastanza difficile. Il mio ruolo in questo anno e mezzo è stato quello un po’ vago a metà tra la comunicazione e la gestione dei progetti. Avevo unito in questo lavoro circense le skill acquisite in quattro anni di agenzia di comunicazione, e in un certo senso, la cosa aveva funzionato molto bene. Adesso devono decidere se prendono qualcuno più “comunicazione” o più “project manager” e vedere se possono fare un mischione.

Per fare questo avrebbero dovuto iniziare a muoversi quando ho comunicato la notizia, un secondo dopo averla saputo, senza neanche che avessi accettato.

Invece siamo a -8 giorni (perché intanto io avevo preso le ferie dall’8 al 15 marzo, molto prima di sapere che al ritorno sarei andata a lavorare da un’altra parte) e devono ancora decidere quando facciamo la riunione operativa per capire che tipo di profilo mi sostituirà.

Direte voi: “sti cazzi, tanto te ne vai”.

Mi piacerebbe vederla cosi anche io, ma al momento ho solo molta ansia.

Intanto ho un super marzo davanti a me.

Una nuova casa – 3 marzo

Un viaggio oltre oceano (sempre di non essere respinti alla frontiera statunitense vista l’emergenza virus) – dall’8 al 15 marzo

Un lavoro nuovo. – dal 16 marzo

Una gita con quelli del lavoro nuovo (sempre di non essere respinti alla frontiera tedesca vista l’emergenza virus). – 23 e 24 marzo

Sono molto felice.

Ho anche comprato una nuova borsa ridicolmente costosa per i miei standard perché se ho passato una selezione come quella, posso anche farmi un regalo!

Happiness, hit her like a train on a track
Coming towards her, stuck still no turning back
She hid around corners and she hid under beds
She killed it with kisses and from it she fled
With every bubble she sank with a drink
And washed it away down the kitchen sink

The dog days are over.

occhiali, again

chi segue questo blog da qualche anno, forse ricorda che nel lontano 2014 ho fatto un’operazione agli occhi per correggere, tra le altre cose, la miopia forte e galoppante che mi aveva fatto avere sempre gli occhiali.

la mia vita, dopo l’operazione agli occhi è stata una vita oggettivamente più semplice da gestire.

Per me gli occhiali non erano un vezzo, erano una necessità. non vedevo a una distanza di venti centimetri e a volte, anche qella distanza mi sembrava troppo poco chiara.

Il gesto più automatico della mia vita era svegliarmi e cercare gli occhiali sul comodino, senza i quali, non sarei stata in grado neanche di capire se lo spazio bianco davanti a me era il muro o la porta (e quindi se si apriva o restava fermo).

Scegliere gli occhiali da sole senza il vincolo dello spessore delle lenti. andare al mare senza pensare di mettere le lenti a contatto per andare in acqua. potersi ubriacare in un modo per cui puoi anche addormentarti, tanto non devi restare sufficientemente lucida da riuscire a infilarti un dito nell’occhio per togliere la lente a contatto e riporla. non dover aver paura della visita dall’oculista. fare le giostre e vedere, senza dover togliere gli occhiali (e non vedere) ma sapere che c’era il rischio di perderli.

ufficialmente da sabato porto di nuovo gli occhiali.

stavolta si tratta di una faccenda molto più irrisoria.

un po’ di astigmatismo che mi fa usare gli occhiali quando leggo, sono al pc o guardo la tv – praticamente tutta la mia vita senza il mangiare o lo yoga.

mi sto riabituando ad avere un peso sul naso.

è strano.

e mi è pesato più di quello che un paio di occhiali da lettura dovrebbe inficiare nella vita di una ragazza.

aria triste e derelitta anche se ho solo messo gli occhiali, mica mi sono usciti 4 denti del giudizio in una notte.

ah si, faccio yoga da settembre. mi ha cambiato la vita.

ah si 2, il 3 marzo traslochiamo, quindi oltre al mangiare o allo yoga questi occhiali non servono nemmeno a traslocare. in compenso serve molto senso dell’umorismo.

pienezze del 2020

il mio 2020 è già diventato pieno di cose.

ed è li da soli 22 giorni. ci sono degli anni che sono cosi. cose incredibili che succedono tutte insieme e altre che invece ci mettono una vita a succedere.

In questo 2020 :

  • sono stata cinque giorni a Berlino, e come sempre, mi è piaciuta tantissimo. la scelta di un capodanno tranquillo tra me e Tofu, ma in una città stimolante e piena di cose da fare/vedere/vivere, è stata la scelta giusta.Soprattutto mi è piaciuto un sacco viaggiare in treno. Da quando sono a Bruxelles, apprezzo sempre di più la centralità geografica di questa assurda capitale europea.
  • ho organizzato le audizioni per una futura compagnia artistica e mi sono anche divertita. certo, è stato stressante, certo, lavorare con gli artisti richiede moltissima pazienza e una certa dose di umorismo. tutto vero, tutto giusto. Pero’ mi è piaciuto stare in mezzo a questa energia positiva, con questi ragazzi pieni di voglia di fare. Ho gioito dei loro successi e ci sono rimasta male a ogni mail di rifiuto. Pero’ è stato bello.
  • Sono stata con la mia mamma per un’intera settimana. Ogni volta che tornavo a casa lei c’era. Abbiamo festeggiato il suo compleanno, siamo andate in giro per mostre e per negozi, abbiamo mangiato moltissimo e fatto cose belle. In fondo, le mamme servono anche a questo: portarti in giro per farti vedere le cose da un’altra prospettiva.
  • sono stata a una due giorni di riunione di metà anno. Il che ha significato spostare 16 adulti in un casolare sperso in campagna per ben due giorni. Senza internet, senza rete telefonica. Solo io, i circensi e i nostri obiettivi strategici per il 2020.
  • sono già stata a due riunioni di una cosa troppo bella e troppo emozionante di cui pero’ ancora non vi dico niente perché il traguardo è ancora lungo.
  • sono stata da un’oculista gentile che mi ha visitato e mi ha prescritto gli occhiali da “lettura”. Magari voi eravate bambini normali e avevate paura del dentista. Io avevo paura dell’oculista, e la mia storia clinica di laser alla retina, di miopia galoppante, di “forse quest’anno ti operiamo” e poi finalmente mi operano nel 2014, ha fatto in modo che avessi sempre un po’ paura del medico degli occhi. La mia oculista belga pero’ è un donnine di origine congolese dal sorriso gentile e le mani ferme. Mi ha visitata, ha ascoltato la mia storia degli occhi e poi mi ha prescritto degli occhiali per il ritorno dell’astigmatismo. Sorridendo tutto il tempo, non me la sono nemmeno presa.
  • abbiamo trovato un’altra casa e ci trasferiamo in un altro quartiere. Questa forse è la cosa in proiezione più impegnativa (odio i traslochi) ma potenzialmente più bella che mi aspetta nel brevissimo periodo. Io, marito, i due cincilla e la nostra collezione di ciancianielli* ci trasferiremo in una casa con tante scale e tante finestre in un quartiere pieno di vita. In un momento da definire tra marzo e aprile.

*cianfrusaglie, chincaglierie. Tra l’altro, la parola chincaglieria, deriva dal francese quincallerie, ferramenta. da quando ho scoperto questa cosa, è diventata una delle mia parole preferite in francese, anche se nella mia top tre ci sono:

cacahuète : arachidi

tartinable : letteralmente è spalmabile, tipo la nutella o il burro morbido

évidemment : uguale a of course. pero’ mi diverto molto di più a dirlo.

buon 2020, sempre.

Ho imparato sempre a mie spese come va il mondo
Certe volte devo mettere i confini a chi mi gira attorno

È la folle idea che il dolore sia quasi un mio comfort
È un banale cliché
Potrei dire che non mi è mai importato di arrivare primo
La gente percepisce come una minaccia
Quello che non l’è vicino
Più condivido i limiti che sfido
E più a qualcuno do fastidio
Chissà in che piaga gli ho infilato il dito
Potrei restare in silenzio il resto del tempo, potrei

anno scolastico nuovo

C’è qualcosa di perverso nell’andare in vacanza, tornare al lavoro, farsi il culo per tre settimane, partire di nuovo e poi ricominciare.

Sono tornata da Capo Verde, anche l’ultima vacanza dell’estate è fatta.

Ho già comprato biglietti per almeno un altro paio di viaggi da qui a capodanno, perché se no, mi viene l’ansia.

come sempre per me settembre rappresenta la ripresa delle attività, e quest’anno più di altre volte, settembre ricomincia con una rinascita.

Nuovo contratto con nuovo orario, nuova scrivania, ricerca di un nuovo appartamento, programmazione di nuove attività: abbonamento alla stagione teatrale, classe di yoga, corso di olandese, forse anche corso di cucito. Sto programmando almeno altri tre tatuaggi (anche se molto più piccoli e discreti dei precedenti).

La vacanza a Capo Verde probabilmente mi serviva anche a questo.

Fermarmi, fare assolutamente nulla (a parte quando ho nuotato con gli squali) e capire di che cosa ho bisogno l’anno scolastico che sta iniziando.

squalo limone

Sicuramente ho bisogno di avere delle cose da fare oltre il lavoro, ma devo avere anche abbastanza tempo libero per migliorare questa cazzo di integrazione con i circensi ma devo anche cercare di conoscere altre persone.

voglio continuare a ad andare in giro per l’Europa e per il mondo.

devo fare un viaggio con mia madre su a nord e uno con mio padre li a ovest.

ci saranno matrimoni, bambini e cose assolutamente impegnative.

sarà un anno con molte cose nuove, che in fondo pero’, non so se siano novità.

un anno per chi continua a contare gli anni come a scuola e non con il sole.

pasteis al belgio volume 1

avere trentanni:

  • trasferirsi all’estero
  • essere momentaneamente disoccupati

in effetti, dovendo scegliere l’ordine delle cose da far succedere, queste due proprio non me l’aspettavo.

vivo ufficialmente a bruxelles da due giorni, in una casa molto carina con i colori del miele e della neve.

oggi arrivano le nostre cose e il signor ikea a rendere la casa un po’ meno un accampamento e un po’ più una casa.

non so ancora bene cosa provo.

lunedì sono stata un fiume di lacrime la maggior parte del tempo, credo che però, come al solito, più che l’idea di lasciare Roma in sé, la cosa che mi ha spaventata all’improvviso è stata il non sapere quanto durerà.

quanto starò via?

mi sono trasferita per sempre?

non poter determinare esattamente le cose mi agita sempre un po’.

e poi non è un mistero, Roma era casa mia.

adesso sono in una città piena di birra e tutta da scoprire.

mi sento parecchio imbranata, anche nel parlare inglese se tutti parlano francese e magari anche fiammingo.

devo imparare a conoscere i nomi delle strade, i percorsi da fare, i ristoranti in cui andare!

ma devo anche e soprattutto conoscere delle persone, socializzare e uscire con persone.

chiaramente le ultime tre, per una come me, sono le più difficili.

cose che ho scoperto davvero incredibili e meravigliose:

  • hanno le zucchine gialle dette anche zucchine a banana
  • hanno i pomodori marroni (da mettere in bicchieri di plastica e mangiare tipo patatine ai party)
  • hanno la birra a 1 euro e mezzo

questi belgi sanno come divertirsi.

ps: se non state vedendo american gods, recuperatelo.

se non avete letto il libro di gaiman da cui è tratta la serie: prima vergognatevi per dieci minuti, poi recuperatelo dopo la serie, così potete stupirvi moltissimo durante la visione.

prepararsi a partire

abbiamo casa a bruxelles e non ho difficoltà a dire che sia stato quasi facile.

oggi inizia la seconda settimana di lavoro del fermentato alla commissione e io inizio un altro lunedì di lavoro sapendo che tra 8 settimane avrò finito e tra 9 mi trasferirò.

da quello che ho capito bruxelles sembra essere una città viva e in movimento, con un clima incerto e un traffico compreso tra il lunedì e il venerdì.

per il momento non sono ancora arrivati i pensieri paranoia sulle possibilità di trovare o meno lavoro, mi preoccupa di più l’idea di organizzare un trasloco da sola. ma se organizzo da sola convention per 500 persone, dovrei anche capirmi con un traslocatore per spostare il mobile cinese da roma a bruxelles.

mi elettrizza la differenza linguistica del mio futuro paese.

francese, fiammingo, inglese, tedesco.

non credo di aver mai visto tanti annunci di lavoro in così tante lingue insieme.

mi auguro che in questa complessità linguistica possa andar bene anche una signora pasteis come me.

inizierò dal francese, poi plausibilmente, non mi basterà.

mi mancherà l’azzurro del cielo di roma.

mi mancherà il rosso dei tramonti su via dei fori imperiali.

mi mancherà il tevere che cambia colore ad ogni curva.

però sono pronta, non sono mai stata così pronta.

intanto tra una manciata di giorni faccio 30 anni e non so ancora come e se voglio festeggiarli.

gestire cose con una certa confusione

cose che stiamo cercando di gestire con una certa lucidità, nonostante i momenti di dolore, i vaffanculo volanti e le crisi di panico che continuano a tenermi compagnia.

in ordine sparso:

  • mia cugina era una persona bella e se ne è andata ridicolmente presto, all’età di 39 anni, la sorella, chiaramente mia cugina anch’essa, con cui viveva un rapporto simbiotico, ha deciso di assecondare le sue ultime volontà e di organizzare un’asta con i suoi oggetti e una raccolta fondi per la ricerca sulla fibrosi cistica. se vi interessa il tema, la ricerca non si ferma mai: http://www.fibrosicisticaricerca.it/dona-ora/

e quindi:

  • il signor tofu, che è un tipo sveglio con molte qualità, ha avuto un’offerta di lavoro per milano. visto che è sveglio, ha chiesto di più e questi signori pare che questo di più glielo vogliano dare. ora non so come andrà a finire, ma potrei trasferirmi a milano tipo a giugno.
  • il signor tofu, che è un tipo sveglio con molte qualità parte 2, sta facendo dei colloqui per andare a lavorare a bruxelles alla commissione europea. in quel caso l’offerta economica è davvero davvero davvero alta, per cui, non so come andrà a finire, ma potrei trasferirmi a bruxelles a maggio dopo che lui potrebbe essersi trasferito in belgio tipo tra dieci giorni.
  • dati il punto due e il punto tre, al momento per me è molto difficile fare programmi di medio e lungo termine perché non so bene dove sarò.
  • dati i precedenti tre punti, ho detto al mio capo che in un periodo non ben definito, tra maggio e giugno, lascerò il lavoro. mi dispiacerà lasciare il gruppo di persone, ma lasciare questo lavoro è l’unica cosa che mi ha dato il sorriso in questi giorni.
  • ritornando al punto di prima potrei ritrovarmi per la prima volta dopo 4 anni ininterrotti a cercare di riposizionarmi in quanto disoccupata. sto vivendo l’idea di questo trasloco con un certo spirito positivo perché avevo bisogno di staccare dal lavoro che sto facendo. ma se davvero dovessi lasciare roma, mi mancherà tutti i giorni, e con lei tutte le persone che sono qui.
  • nel caso di milano sarebbe sicuramente più facile il trasferimento e l’ambientazione, visto che metà dei miei amici ora vive lì, ma forse dovremo stringere tutti la cinghia fino a quando non avrò un nuovo lavoro, e potrebbe volerci un po’. nel caso di bruxelles sarebbe meno facile, ci sarebbe l’ostacolo linguistico e una certa solitudine di fondo, ma l’offerta economica potrebbe anche farmi fare la mantenuta, che pure sarebbe una soluzione. per questioni di prestigio bruxelles batte milano, ma salvo rivoluzioni da parte dell’attuale datore di lavoro del tofu, milano batte roma. quindi, pare che a prescindere, ci trasferiremo, ma non avendo ancora una data o una meta, le idee sono un po’ confuse e non posso ancora fare annunci ufficiali. l’unica cosa che resta invariata, anche se non ce ne andiamo, è che mollo il lavoro.

in questo periodo più che mai vige la passione per lady gaga

follia, libreria e gabinetteria (la rima è importante)

una storia di follia.

se c’è una cosa che la vita matrimoniale mi ha insegnato, è che sono pazza.

cioè, una parte di me lo ha sempre saputo, ma da quando sono sposata, da quando siamo solo io e il povero fermentato al mio fianco, sostengo che questa parte di me sia esplosa in tutta la sua pazzesca vitalità.

il trasloco a casa non è ancora finito, ma abbiamo portato libri e fumetti della irpinia patria in quel di casa nuova.

e lì sono iniziati i problemi.

“non fare le pieghe”

“come li hai messi nello scatolone?”

“dove cazzo sta il numero 19? qui non si posa la serie in libreria fino a quando non esce il 19. non mi interessa se la serie è di 21. mi disturba la serie numerica se manca un numero. poi io passerò da qui e saprò che manca il 19.”

“no guarda, se non esce il numero VI dell’edizione speciale di Sandman faccio un casino! questa è un’edizione che non si trova più, ci credi che ci ho messo tre anni per reperire 8 numeri? e se lo ha preso mio fratello vado a torino e l’ammazzo, io lo ammazzo”

 


chiaramente sono venuti fuori tutti i numeri di tutte le cose che non trovavo. erano già a roma.


 

poi abbiamo iniziato a posizionarli, e anche qui uno show.

“no guarda questi non te li passo per metterli in libreria. sono numeri spuri, quindi non li mettiamo. sai quando mi prestavano una serie un po’ per volta, io avevo la rota di sapere cosa succedeva dopo e quindi mi compravo uno o due numeri della serie, perché magari non me l’avevano ancora dato.”

 


e io che non faccio le orecchie ai libri, non è che questi figli del peccato li ho regalati a qualcuno che magari fa queste serie. no, sono pazza. quindi li ho buttati. nessuno doveva vedere i numeri spuri.


 

ma non ho problemi solo i con libri e fumetti.

ultimamente ho problemi anche con i bagni condivisi in ufficio.

tipo che non uso mai il bagno più vicino alla porta, e nemmeno quello centrale. ho bisogno di quello più lontano dall’ingresso.

 

e metti che entro e non c’è la carta?

non lo uso.

e metti che entro e non c’è il sapone per lavarmi le mani dopo?

non lo uso.

e metti che entro e si sente il tipico odore di sosta lunga in bagno?

non lo uso. non vorrai mica che qualcuno poi entra dopo che l’ho usato, mi vede e pensa che la causa dell’odore sia io?

 

perché tutte queste verifiche vanno fatte prima di entrare, mica durante.

 

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poi dici perché mi viene la cistite.

 

 

 

ballare ballare ballare

 

 

 

la prossima volta il giro del mondo. due volte.

ho passato la terza notte non consecutiva nella nuova casa e tra tredici giorni mi sposo.

il trasloco e i lavori di ristrutturazione sono andati peggio del previsto.

il ritardo di consegna di oltre un mese, la coincidenza con il periodo più caldo dell’anno, il rendersi conto che ai ritardi si sono accostati molti errori che ci costringeranno a rifare una parte dei lavori è frustrante, stancante e anche un po’ vaffanculocagarellapertutti.

però è stato bello arredare casa, anche se ha significato passare ore e ore in negozi di mobili o online a cercare offerte e tessuti.

e anche adesso, anche se ci sono ancora un milione di scatoloni da posare (ma quanto cazzo di roba c’era in una casa di trenta metri quadri?) anche adesso che oggi è l’ultimo giorno di ferie, anche adesso, è straordinaria la sensazione di avere una casa tua.

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poi vabbe’, per quanto mi riguarda, ho posato libri e fumetti, ho posizionato la spada laser e il trasloco lo considererei anche finito, ma si sa come vanno queste cose, non è che posso fare tanto la figa.


oggi è l’ultimo giorno di ferie ufficiali prima di questo casino del mese di settembre e mi sento più stanca di prima.

siamo stati tre giorni a Stoccolma per staccare un po’ ed è stata un’esperienza bellissima. Stoccolma è in grado di darti esperienze che non credevo, colori che non conoscevo e un cibo così buono e grasso che per fortuna che ci sono stata solo tre giorni se no qui si fa un casino.

è stato così bello che ci andrei a vivere, anche con il cappotto in estate il sole nascosto e la pioggia fredda.

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(si, abbiamo giacche pesanti, sciarpe e cappelli ed era il 9 agosto)

sono fatta così, tre giorni e subito perdo la testa, ma poi torno, torno sempre a Roma.

non ero mai stata  a Roma la due settimane centrali di agosto, è vero che non abbiamo potuto godere molto della città da turisti, ma le strade deserte, il torneo prima di badminton e poi di pallavolo dei bengalesi nel quartiere, i locali aperti con il giardino la sera e Piero Angela.

sono stata a vedere (vedere è il verbo giusto? forse è più giusto dire che sono stata a vivere) Viaggi nell’Antica Roma al Foro di Augusto e mi sono emozionata come una ragazzina. è stato come se avessero creato la magia, e tutta quella suggestione, tutto quel Piero Angela e quelle proiezioni mi hanno fatto ricordare che alla bellezza, non bisogna abituarsi mai.

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spese tutte queste chiacchiere in cose futili mi sembra importante sottolineare una cosa: state a sentire la signorinella pasteis: piuttosto che la combo matrimonio e ristrutturazione, datevi una gioia: fate un giro intorno al mondo: costa uguale e tornate anche abbronzati.