pensieri ciclistici in libertà

propongo una serie di pensieri ciclistici perché a roma si sa, fare di tutta un’erba un fascio, è un’esigenza.

a roma esistono diversi tipi di ciclisti.
c’è il ciclista sportivo: quello con le tutine aderenti e dai colori sgargianti. lo riconosci per quell’approccio scientifico alla materia, di solito lo avvisti la domenica o il sabato mattina. è come un supereroe di giorno impiegato ingessato, il weekend sgargiante corridore. si muove in gruppo e per lui la bici è lo sport assoluto, è sempre con lui una questione di metri pedalati in salita.
poi c’è il ciclista assolutista: quello che ha buttato la macchina, è integralista, tutti gli spostamenti in bici. fa le critical mass, le manifestazioni pro bici, il bici bus, ha votato marino per la bicicletta e ora è molto deluso, è politicamente impegnato nel rispetto del dogma due ruote. è molesto come un testimone di geova e ottuso come un crudariano, ma si sa, nessuno è perfetto. i più estremisti tra loro sono quelli che pedalano scalzi, così stanno più a contatto con la natura intima del mezzo.
poi ci sono i miei preferiti: i ciclisti perfetti. i ciclisti perfetti sono quei fighetti con le pieghevoli da 2000 euro o le bici a scatto fisso perchè la vera essenza della bici la capisci con quelle. qualcuno di loro quest’anno, capito il trend, ha comprato la bici con i copertoni spessi. pedalano perché fa fico. infatti la piega resta identica e non sudano mai. li riconosci perché sono quelli che non percorrono in bici più di 800 metri, ma vuoi mettere quanto fa fico pedalare per 800 lunghi metri?
i ciclisti elettrici meriterebbero un capitolo a parte: sono una via di mezzo tra il ciclista perfetto per il sudore e la piega e il ciclista assolutista, non ha altro mezzo all’infuori di lei. la bici elettrica gli è costata come un motorino: si sente figo, ecologista e pure un po’ furbo. gran paraculo in realtà, infatti marino….
poi c’è la categoria a cui appartengo io: il ciclista disagiato. bici da quattro soldi, con zero accessori. si certo, pedalare fa figo, ma grazie, se mi dai un passaggio in macchina oggi me la risparmio. cosa? la salita? ah vabbe’ mi sa che chiamo un uber.